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Invan per l'ira tua, Cinzia sdegnosa Dell'aure agli urti inestinguibil face
Questo testo fa parte della raccolta Antonio Muscettola

VI

NARCISO

     Per saettarmi il petto il cieco dio
di straniera beltá l’arco non tende;
me con me stesso impiago, e ’l desir mio
me di me stesso innamorato or rende.
     Ardo, misero, amando e ’l foco rio
in un gelido umor da me s’accende;
adoro un volto ch’è mio volto, ed io,
io che l’offeso son, son chi m’offende.
     Per annodarmi il core io stringo il laccio,
i pregi miei com’altrui pregi io lodo,
di speme un’ombra, e la mia ombra, abbraccio.
     Oh d’ingiusto penar diverso modo!
Mentre sospiro il ben per cui mi sfaccio,
meco unito è il mio bene e pur nol godo.

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