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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Ferdinando Campeggi

II1


Perchè trarmi, Signor, dal sen materno,
     S’esser dovea, qual mi vedesti ingrato?
     Di quant’onor per te fora mai stato,
     Ch’io mi stessi entro il gran pensiero eterno!
5O perchè almen non far, che a pena entrato
     In questa luce io vi restassi scherno
     Di morte, e fosse il mio nome celato
     Colà tra le più cieche ombre d’Averno?
Che non vedresti a te rivolto l’empio
     10Re degli abissi andar dicendo: questi,
     Che uscì dalle tue mani, or’è mia preda.
Ma se fia mai, la tua mercè, ch’io veda
     Dell’armi sue farsi ruina e scempio,
     O quanti avrai d’intorno inni celeste.

  1. A Dio

Note

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