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« D’attinger vette alpine e inesplorate
Regioni di ghiaccio altri si vanti :
Io m’alzai su me stesso, e da la cima
Del redento pensier placidamente
5Brulicar vidi a me di sotto il mondo.
O mostruosi baratri, latranti
Gorghi dell’uman core ; o sfidatrici
Dell’azzurro impassibile, severe,
Vertiginose, indefinite altezze,
10In voi l’animo altero, in voi l’acume
Dell’audace pupilla esercitai;
In voi mi profondai tutto e mi eressi
In quell’ebbrezza, in quel furor, che bella
Rende e voluttuosa anche la morte !
15Ben io potea da le superbe vette
Serenamente contemplar la vita;
Ma l’amor tuo, ma l’odio tuo, dolente
Stirpe dell’uom, così m’attrasse un giorno,
Che di me stesso armato, entro l’abisso
20Del tuo dolor men venni, e l’opra e il pianto
Divider teco alteramente elessi.
Tuonò per gl’insueti antri la voce
De’ vaticinj miei come parola
D’odiosa follia ; volse ghignando
25A me la saggia ipocrisia le spalle;
Ma s’io fui saggio e dissi appieno il vero,
Voi, nè già guari, o miei figli, il saprete.