< Poesie (Fantoni) < Idilli
Questo testo è completo.
VIII. L'occasione
Idilli - VII. Il testamento Idilli - IX. Il lume di luna o l'origine...

VIII

L’occasione

1
     Nel pigro verno all’oziosa bruma
la bavosa Amarille, accanto al foco,
le dita sovra il fuso si consuma,
che riempe filando a poco a poco,
mentre spiegan, tacendo, i loro amori,
presso d’un focolar, Lesbino e Clori.
2
     L’importuna matrigna ognor li guata,
mentre lor narra una gentil novella,
ogni gesto misura ed ogni occhiata,
or a questo si volge ed ora a quella;
e l’inquieta coppia, timorosa,
erger gli occhi dal suol quasi non osa.
3
     S’erge sul focolare un tronco ardente,
la cui fiamma vorace errando geme;
quando ecco una favilla, che stridente
scoppia, balzando, si solleva e freme,
e in sen di Clori sul geloso lino
va, morendo, a compire il suo destino.
4
     Corre l’amante, e su l’amico petto
stende la destra ove non è piú ardore,
e, diviso furtivo il lino eletto,
tremante sente palpitare il core:
la man beata al nudo sen le strinse,
e la donzella di rossor si tinse.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.