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I. Introduzione
Scherzi Scherzi - II. Il gabinetto

I

Introduzione

     Mi rispetti il tempo edace,
ceda l’arco feritore,
che dell’ore
io sono il re.
     5Non mi può turbar la pace
col cangiar che fa degli anni:
son gli affanni
ignoti a me.

     Losca invidia il sacro alloro
10rode invan, ch’io porto in fronte;
presso un fonte
inganno il dì.
     Non desio di fama e d’oro
lussureggia nel mio core:
15solo Amore
lo ferì.

     Amo, dormo, scherzo e canto;
Fille ho in braccio, che risponde,
che confonde
20i baci e il suon.
     Goda pur chi brama il vanto
d’esser noto o d’esser forte:
della sorte
pago io son.


     25Freddo stuol di fosche cure
qui non giunge a tormentarmi,
né dell’armi
il dio guerrier.
     Queste valli son sicure
30dal rumor di chi si sdegna:
qui non regna
che il piacer!

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