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XI. L'amante contento
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XI

L’amante contento

(1780)

     Sorgea l’alba in oriente
piú lucente
su le rose
rugiadose,

     5che raccolte aveva in grembo,
e da un lembo
in ciel spargea
Citerea:

     quando assiso presso il rivo,
10che lascivo,
rotto in spume,
fugge al fiume,

     vidi biondo fanciulletto,
nudo il petto
15e nudo il bianco,
molle fianco.

     Qual colomba in faccia al lume,
tinte piume
avea sul dorso,
20atte al corso;

     arco in man, pronto alle piaghe,
frecce vaghe
in cuor che langue
di ber sangue.


     25Riconobbi Amor, che tanti
mesti amanti,
fra ritorte,
guida a morte.

     E’ fuggir volea piú fosco
30dov’è il bosco
e l’aere annotta
nella grotta;

     ma, librato su le penne,
mi trattenne,
35e d’aureo laccio
cinse il braccio.

     Dietro siepe invidiosa
stava ascosa
la mia bella
40pastorella.

     Or la destra in alto ergeva
e rideva,
ed or lasciva
si scopriva.

     45Risvegliato, a poco a poco,
dolce fuoco
nel mio cuore,
sparve Amore.

     Fille allor mi strinse al seno
50venni meno
fra i tenaci,
spessi baci.

     Da quel dí, che mi baciò,
io non so
55che cosa sia
gelosia.

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