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VI
Alla stessa
Eco, vezzosa vergine,
amava il bel Narciso;
ma il figlio di Cefiso
non conosceva amor.
5Versò dagli occhi teneri
cotante lacrimette,
che sasso immobil stette,
cangiata dal dolor.
Volea parlar, ma languida
10la voce in sen racchiusa,
solo potè confusa
l’estrema articolar.
D’allor d’ogni aura un sibilo
crede il suo bene l’Eco,
15e gode dallo speco
il suono replicar.
Ma un cuore così barbaro
giusti punîro i numi,
odiano due be’ lumi
20nemici di pietá.
Un dì per bere in limpida
onda chinò la fronte,
e impressa in mezzo al fonte
vide la sua beltá.
25Lo sfortunato giovine,
ahi! troppo di sé vago,
della fallace imago
bramoso s’invaghi.
Tentando invan di suggere
30entro l’onde fugaci
sul finto labbro i baci,
ei di desio morì.
Vezzosa Fille amabile,
se, come d’Eco il cuore,
35il tuo pungesse Amore
per un pastor fedel,
se il mio destino pendere
potesse da quel viso,
io non sarei Narciso,
40ma non sarei crudel.