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XVI. La finta pace
Varie - XV. La conoscenza Varie - XVII. Alla signora Angela Giorgieri

XVI

La finta pace

     Perdono, idolo mio: perdona a un core
i folli eccessi d’un furor geloso,
ché a un cor piagato dallo stral d’amore
sol un’ombra a turbar basta il riposo.
     Chi adora teme; ed il crudel timore
ogni sguardo dipinge altrui pietoso,
interpreta severo ogni rossore,
ogni detto gentil crede amoroso.
     Io vidi, è vero, il mio rival diletto
rider, ch’io lo mirava in atto bieco,
mentre la destra gli stringevi al petto;
     scherzar lo vidi, non veduto, teco;
rapirmi i baci sul tradito letto
lo vidi ancor... Ma sarò stato cieco.

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