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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Antonio Zampieri


XVII


Poichè in suo cuor da maraviglia oppressa
     L’Arte che tanto iva di Fidia altera,
     L’opra ammirò del gran Bernini, ov’era
     La sua chiara Eroina al vivo espressa:
5Quell’occhio inteso al Ciel come a sua sfera,
     Quella gentil (dicea) benchè in se stessa
     Umilmente negletta, in fronte impressa
     Angelica sembianza è finta, o vera?
Vera ben sembra. E qual sì duro, e scabro
     10Cuor non muove? Anzi se all’ultim’ore
     Sì dolce aprìa la Verginella il labro,
Spento avrìa nel Tiranno ogni furore:
     Ma se toglieasi l’opra al saggio fabro,
     Quando ei perdea di gloria, io di splendore.

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