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Musa, se cor gentil prego commove Fama per monti trasvolando, e mari
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni eroiche di Gabriello Chiabrera


XLI

PER LO MEDESIMO.

Poichè le membra de’ Giganti immense
     Nella Titania guerra
     Arse e fumanti a terra
     Giacquer trofeo delle saette accense,
     5Apollo Arcier sulle Castalie cime
     Cinto d’allor se ne volò sublime;
E con la cetra, onde ne’ sensi interni
     Tanti sparge diletti,
     In modi alti ed eletti
     10Disse il valor de i fulmini paterni,
     Indi alle Muse, che danzando fisse
     In lui tenean le belle luci, ei disse:
Io per queste di Pindo aure serene
     Canto di Giove i tuoni;
     15Voi sì temprate i suoni,
     Ch’illustriate d’onor l’armi terrene,
     E ne’ rischi di Marte aspri e crudeli
     Non senza voi cor valoroso aneli.
Al così dir Parnaso alto risuona:
     20Ma dal suo dire accese
     Sull’onorate imprese
     Furo a cantar le Ninfe d’Elicona;
     Ne mai di Pindo in cima apparver mute
     Grande nel mondo a celebrar virtute,
25Or, bella Euterpe, infra le man soavi
     Stanca musica lira,
     E te cantando ammira,
     Carlo, spron de’ Nipoti, onor degli Avi,
     Per l’empia gente alto terror non manco,
     30Che alpe nevosa al peregrin già stanco.
Alma, da’ chiusi porti esce giocondo,
     Ma per ampio Oceáno
     Nocchier stanca la mano,
     Battendo il seno di Nettun profondo,
     35O trema in rimirar sotto l’antenne
     Rapide troppo le tessute penne.
Anima, eccoci intorno un mar che freme;
     Mar che nasconde i liti,
     Sì di pregi infiniti
     40Ricco sen va de’ Lotaringhi il seme;
     Or dove accorti volgeremo il legno?
     Ratto varchiam di Palestina al Regno.
Colà Goffredo, il sì ad ognor cantato
     Sterminator degli empi,
     45Trasse il maggior de i Tempi
     Da troppo vile obbrobrïoso stato,
     E ruppe i crudi ceppi, in che languiva
     L’alta Regina d’Israel cattiva.
Ma lassi noi, ch’or di Sion le mura,
     50E le sacrate selve
     Fansi tana di belve,
     E la gran Tomba è di rei Cani usura,
     E fian nostre di lei speranze vote,
     Se pur non le n’adempie il Gran Nipote.
55Che d’arme cinto adamantine, ardente
     Intra fulgidi lampi,
     Corre di Francia i campi,
     Quasi orribile turbine fremente,
     Sembrando in fra il dolor dei propri danni
     60Cometa sórta a minacciar tiranni.

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