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Olindo Guerrini - Postuma (1877)
LXX
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LXX.
- Et rose elle a vecu ce que vivent les roses,
- L’espace d’un matin.
- Et rose elle a vecu ce que vivent les roses,
MICO mio, tra le viltà pompose
Di questa rea Babel, traggo la vita
Disutile, tediata, imbecillita,
4Maledicendo gli uomini e le cose.
Amico mio se il fato in me ripose
Qualche forza d’ingegno, or m’è fuggita:
La giovinezza mia giace sfiorita,
8Giace e visse un mattin come le rose.
Invan tu parli a questo cor mio gramo
Chiuso alle gioie ormai, chiuso alle pene;
11Non credo più, non spero più, non amo,
E, dolorando, il primo nostro bene
Amore, amore ne’ miei sogni chiamo...
14Guarda! Invece d’amor la morte viene!
Napoli 1872.
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