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LXXIII
LXXII LXXIV



LXXIII.


AD UN POETA


 
D

EH, perchè levi nel tumulto il canto
    E sveli disperato il tuo dolor?
Ride il mondo, nol sai? del nostro pianto:
4 Premi l’angoscia del tradito amor.

Piangi, ma piangi sol nel tuo segreto,
    Poichè menzogna è l’amistà quaggiù,
Il nome di fratello è un nome vieto,
8 Una fola bugiarda è la virtù.

Al tuo martirio cupida e feroce
    Questa turba cui parli accorrerà;
Ti verranno a veder sulla tua croce
12 Tutti, e nessuno ti compiangerà.


Oh, menti, menti! Il viso tuo giocondo
    Celi, maschera turpe, il tuo soffrir;
La verità non è di questo mondo,
16 È un imbecille chi non sa mentir!



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