< Postuma (1905)
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E pur mi sento nel cervello anch'io
VI VIII

VII.


     E pur mi sento nel cervello anch’io
Qualche cosa che vive e che lavora,
E pur quest’aura che il mio volto sfiora
L’alito par dell’agitante Iddio!

     Talor, cedendo a’ sogni miei, m’avvio
Per floridi sentier che il mondo ignora;
Salgono i canti alle mie labbra allora
E spero e credo dell’ingegno mio.

     Ma quando il dubbio mi risveglia, quando
Via per la nebbia del mattin tranquille
Sfuman le larve che seguii sognando,

     Colle man mi fo velo alle pupille
E mi guardo nel core e mi domando:
Sono un poeta o sono un imbecille?

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