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NOTA Cominciare una nuova edizione delle opere di Giuseppe Baretti con un volume di prefazioni e opuscoli polemici, può forse non soddisfare pienamente chi s’aspettava anzitutto la pubblicazione di qualcuna di quelle opere, a cui è massimamente raccomandata la fama dello scrittore torinese. Io credo invece che, pur non dovendo mancare nella raccolta nessun’opera barettiana, fra le ripubblicabili, anche se largamente nota e frequentemente ristampata (com’è delle principali), sia molto opportuno cominciare con un volume, come questo, di scritti la maggior parte rari, in varie lingue, su vari argomenti, e composti in vari tempi, il quale può appunto servire da degna e conveniente introduzione alla nuova edizione. In questi vari scritti infatti, dettati da Giuseppe Baretti attraverso più di quarant’anni di una vita letteraria operosissima, e che s’integrano, s’illuminano e si spiegano a vicenda, sono idee, sentimenti, giudizi, propositi, che riappaiono qua e là, ora appena accennati e ora ampiamente svolti, nelle opere maggiori e nelle altre che via via dovranno venire alla luce in questa raccolta. Onde mi pare di non errare affermando che da un volume come questo esce già fortemente sbozzata, in tocchi vigorosi, la figura originale e caratteristica dell’uomo e dello scrittore. Basterebbe anzi solamente quel capolavoro di spirito e di genio critico, che è il Discours sur Shakespeare et sur monsieur de Voltaire, a mostrare quale mirabile figura di precursore abbia avuta l’Italia in Giuseppe Baretti. Non tutti gli scritti introduttivi e polemici del Baretti possono entrare in questo volume, e parecchi ne restan fuori per varie ragioni.
Senza tener conto delle prefazioni a opere che verranno ripubblicate in questa collezione e di brevi prefazioni di poco momento (come, per es., quella che precede V Introduction io the Italian language, containing specimens both of prose and verse ecc., London, printed for A. Millar, mdcclv), non entrano in questo volume né quelle Remar ks on the Italian language and writers in a letter front M. Joseph Baretti to an English gentleman at Turin, written in the year ly^i (in Observations on the Greek and Roman classics in a series of letters to ayoung nobleman ecc., London, Dan-Browne, MDCCLiii), che hanno spesso acre sapore polemico, ma che, ad avviso mio e di altri, non furono certo scritte dal Baretti in inglese; né quella Prefazione del signor Giuseppe Baretti, segretario della regia Accademia di pittura di Londra, alle Poesie del signor abbate Pietro Metastasio poeta e bibliotecario cesareo (Parigi, presso Pietro Durand, mdcclxxiii), la quale non è altro che la riproduzione fedele dell’articolo che sul Metastasio il Baretti pubblicò nel numero ih della Frusta letteraria. E cosi restano fuori tanto V Account of the manners and customs of Italy, with observations on the mistakes of some tr aveller s, with regard to that country (London, printed for T. Davies, mdcclxix; 2* ediz.), con la relativa Appendix added iti answer to Samuel Sharp, Esq.\ quanto il Tolondron, Speeches to fohn Bowle about his edition of «Don Quixote», together with some account of Spanish literature (London, printed for R. Faulder, mdcclxxxvi); i quali per la loro mole possono da soli formare un bel volume. E finalmente non entreranno, almeno per ora, nella collezione, perché purtroppo irreperibili, i seguenti scritti di cui riferisco qui i titoli come ce n’è giunta notizia: I. Pro jet pour avoir un opera italien á Londre s dans un goiit tout nouveau (Londres, 1753); ii- La voix de la discorde, ou la bataille des violons. Histoire d’un attentai séditieux et atroce contre la vie et les biens de cinquatite chanteurs et violinistes (Londres, 1753); III. Proposai for publishing by suscription a complete edition in Spanish of the «Historia del fray Gerundio» ecc. (London, 1771); IV. Dissertacion epistolar acerca unas obras de la real Academia espanola ecc. (Londres, 1784).
Della maggior parte degli scritti qui raccolti mancano, per quanto io ne so, gli autografi; onde per essi non ho potuto far altro che attenermi fedelmente alle prime edizioni, curate dallo stesso Baretti, le quali per tutti, salvo che per uno, furono anche
le sole comparse in luce vivente l’autore. Ho corretto solamente evidenti errori di stampa o di distrazione e la punteggiatura alquanto arbitraria, seguendo pel resto le norme comuni alla collezione e rispettando, specialmente negli scritti in lingue straniere, la forma usata dallo scrittore, anche se impropria o scorretta. Sicché, nelle pagine per es. in lingua francese, mentre ho, come nelle altre, ammodernata l’ortografia (onde V«oi» degli imperfetti ho mutato in «.ai», e «.poéie» e «poesie» in «poète» e «poesie», ed ho tolto il tratto d’unione dopo «très» superlativo, ecc. ecc.), non ho corretto l’uso errato che il Baretti fa del partitivo, della preposizione inarticolata «de» davanti a plurale (per es. «de raisons», «defois», «de sentences» ecc.), del singolare maschile dei participi nei tempi verbali in cui si richiederebbe il femminile o il plurale, e altri errori comuni alla sua penna poco esperta, come per es. «á táton» per «á tátons», «chef-d’ceuvres» per «chef s-d’ oeuvre», «tous tetnps» per «tout temps» , «liseur» per «lecteur», «gratnmatique» per «grammatical» , e va dicendo.
Le Lettere di Giuseppe Baretti torinese ad un suo amico di Milano sopra un certo fatto del dottor Biagio Schiavo da Este (s. 1. a., ma certamente stampate nel 1747) furono ripubblicate integralmente in Opere di Giuseppe Baretti scritte in lingua italiana (Milano, Mussi, 1813, ili, 327-59), in Scritti critici minori di G. B. (Milano, Bettoni, 1831, pp. 4-34), in Opere di G. B. (Milano, tip. de’ Classici italiani, 1839, iv, 677-704), in La frusta letteraria e scritti critici tninori di G . B. (Milano, Guigoni, 1877, 11, 311-36), in G. B., Lettere familiari e scritti critici, con prefazione di Lodovico CoRio (Milano, Sonzogno, 1893, pp. 269-88). La seconda delle tre Lettere fu pure ristampata integralmente nelle Prose di G. B. scelte ed annotate da Luigi Piccioni (Torino, Paravia, 1907, pp. 1-16).
Una copia autografa di quest’opuscolo è in un fascicoletto di 28 carte (di cui 23 numerate, i innumer. e 4 bianche), intitolato: G. B., Lettere tre sul dottor Biagio Schiavo di Este, e conservato in una miscellanea di prose della Marciana (mss. marciani 7362, ci. XI, cod. CLXXxiii, n. iv). È corretta qua e lá dalla stessa mano dell’autore e offre diverse varianti dall’edizione a stampa; senonché,
essendo queste differenze puramente formali, mi sono attenuto alla stampa curata dall’autore e che rappresenta al certo l’ultima volontá di lui.
Su queste Lettere e su quanto vi si riferisce, cfr. specialmente i miei Studi e ricerche intorno a G. B. con lettere e documenti inediti (Livorno, Giusti, 1899, pp. 152-69); e inoltre i sonetti di G. A. Verdani, contemporaneo del Baretti e dello Schiavo, pubblicati da A. M. per Nozze Giusti- Cittadella (Padova, Prosperini, 1863), e l’articolo di D. Carbone su Un manoscritto delle poesie di G. B. (in Gazzetta letteraria di Torino, an. iii, n. 9), in cui è anche pubblicato un sonetto caudato del Baretti contro lo Schiavo, che incomincia:
Deh! per amor del elei, pre Biagio mio.
II
La «prefazioncina alquanto satiricuccia», come il Baretti stesso la chiama, scrivendo a Camillo Zampieri da Venezia il 22 luglio 1747 (cfr. G. Canti, La frusta letteraria. Saggio di uno studio intorno alle opere e ai tempi di G. B. con quattro lettere inedite dello stesso, Alessandria, Chiari Romano e Filippa, 1890, pp. 66-8), comparve la prima volta, in forma di tre lettere, davanti ai tre primi tomi delle Tragedie di Pier Cornelio tradotte in versi italiani con l’originale a fronte, divise in quattro tom,i (in Venezia, MDCCXLVii-viii, appresso Giuseppe Bertella nel negozio Hertz): versione barettiana di assai scarso valore (cfr. i miei Studi e ricerche cit., pp. 103-25, e G. Meregazzi, Le tragedie di Pierre Corneille nelle traduzioni e imitazioni italiane del secolo XVIIl, Bergamo, Fagnani, 1906, pp. 72-81).
Le tre lettere-prefazione furono poi ristampate in Opere (ed. de’ Classici cit., IV, 726-62); e la seconda, pure integralmente, in Prose scelte (ed. cit., pp. 17-43).
Su di esse e sulle idee e giudizi che contengono, cfr. P. Custodi, Mem,orie della vita di G. B., in Scritti scelti inediti o rari di G. B., I, 66-70, e i miei Studie ricerche, pp. 125-40, 147-52, 210-2.
III
Il Primo cicalamento di Giuseppe Baretti sopra le cinque lettere del signor Giuseppe Bartoli intorno al libro che avrá per titolo «La vera spiegazione del dittico quiriniano» (s. 1. a., ma indubbiamente Milano, Agnelli, 1750: cfr. i miei Studi e ricerche, p. 182, nota i) fu ristampato integralmente in Opere di G. B. scritte in lingua italiana cit. (iv, 3-27), in Opere di G. B. (Milano, Pirotta, 1819, IV, 5-32), in Opere (ed. de’ Classici cit., iv, 705-25), e soltanto parzialmente in Prose scelte, ed. cit., pp. 45-58.
Su questa «cantafavola — come il Baretti scriveva a Giovanni Lami, da Torino il 28 gennaio 1750 (cfr. Canti, pp. 68-9) — che ha fatto piú fracasso... che non ce ne sarebbe stato il bisogno», e sulle vicende e i moventi di essa, e sulle noie che n’ebbe il Baretti, cfr. non solo le lettere del Baretti a Giovanni Lami, da Torino, 18 marzo e 7 aprile 1750 (in L. Morandi, Voltaire contro Shakespeare, Baretti contro Voltaire, ecc., Cittá di Castello, Lapi> 1884, pp. 276-82), e a G. M. Bicetti, pure da Torino, 2 maggio (in Opere ed. de’ Classici italiani, iv, 36-8), ma anche le Memorie della vita di G. B. del Custodi, pp. 73-8, e i miei Studi e ricerche y pp. 170-200.
IV
A dissertation upon the italian poetry, in which are interspersed some remarks on mr. Voltaire ’s essay on the epic poets, by Giuseppe Baretti (London, printed for R. Dodsley, at Tully’s Head in Pali-Mail, mdccliii) non fu mai ristampata integralmente; solo P. Toynbee ne ha riprodotti tutti i passi riferentisi a Dante in Dante in english literature from Chaucer to Cary. C. 1380-1844 (London, Methuen, 1909, i, 257-67).
Il Mazzuchelli, Scrittori d’Italia (11 1 , 349), toccando di questa operetta, dice che «è stata in Torino tradotta in nostra lingua dal conte Carrocio del Villars amico strettissimo dell’autore»; e la notizia è stata ripetuta da G. Franchi di Pont, Della vita e degli scritti di G. B. torinese (in Opere scritte in lingua italiana cit., i, pp. xviii-xix). Ma di questa versione non mi è stato assolutamente possibile trovare traccia. Il che non impedisce di
G. Baretti, Prefazioni e polemiche. 25
credere alla fortuna che l’opuscolo ebbe tra gl’inglesi, come il Baretti stesso attesta nella lettera al canonico G. Candido Agudio da Londra 1*8 agosto 1754 (cfr. Opere, ediz. de’ Classici cit., iv, 43-50). e conferma P. Custodi, notando che «la versione, tra l’altre, dell’episodio del conte Ugolino è stata assai applaudita in Inghilterra» (cfr. il Catalogo delle opere di G. B., in Scritti scelti inediti o rari, i, 22).
Su questo scritto polemico e sui giudizi che vi si contengono, come sui propositi del suo autore, cfr., oltre la lettera scritta dal Baretti a Giovanni Lami, da Londra il 12 ottobre 1752 (A. Neri, Spigolature fra gli autografi, in Gazzetta letteraria di Torino, an. 1885, n. 39; Id., Un mazzetto di curiositá, in Giorn. ligustico di archeologia, storia e letteratura, an. xv, nn. 7-8), l’articolo di E. Teza sui Giudizi del Baretti e del Voltaire sopra alcuni versi dei «Lusiadas» (Livorno, Giusti, 1899), ei miei Studi e ricerche, pp. 212-27.
V
La Hístory of the italian tongue fa da prefazione a un’altra opera barettiana, eh’ è propriamente un catalogo ragionato di scrittori italiani per uso degli inglesi : The italian library containing an account of the lives and works of the niost valuable authors of Italy, with a preface, exhibiting the changes of the tuscan language, front the barbarous ages lo the present lime by Giuseppe Baretti (London, printed for A. Millar, in the Strand, mdcclvii).
Anche quest’opera non fu mai ristampata integralmente, e anche di essa P. Toynbee (op. cit., pp. 267-72) ha riferiti testualmente tutti i passi riguardanti l’Alighieri.
Sulla prefazione, che ristampo in questo volume, cfr. i miei Studi e ricerche, pp. 227-30.
VI
Quando la prima volta comparve in luce A dictionary of the Etiglish and Italian languages by Joseph Baretti, itnproved and augniented with above leti thousand words, omitted in the last edition of Altieri. To which is added an Italian and English grammar (London, printed for C. Hitch and L. Hawes, R. Boldwin, W. Johnston, W. Owen, J. Richardson, G. Keith, T. Longman, S. Crowder and co., P. Davey and B. Law, and H. Woodgate and S. Brookes, MDCCLX), il Baratti premise rispettivamente ai due volumi le due prefazioni, «bellissime», come le giudicò C. Ugoni (in continuazione a /secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento di G. B. CoRNiANi, Torino, Unione tip. editr. torinese, 1855, V, 198), le quali ho creduto utile ristampare in questo volume. Tanto piú che delle parecchie edizioni, che di quel dizionario si son fatte prima e dopo la morte del Baratti tanto in Inghilterra quanto in Italia, quella sola di Londra, 1771, fu ristampa fedele dell’edizione originale; laddove in altre (ad es. quelle di Londra, 1778; di Venezia, 17S7; di Londra, 1790; di Venezia, 1795) le due prefazioni scambiarono rispettivamente il tomo, avendo i nuovi editori invertito l’ordine dei due volumi; e da altre finalmente, manipolate piú tardi con correzioni ed aggiunte (ad es. quelle di Londra, 1797; Londra, 1807; Londra, 1813; Firenze, 1816; Londra, 1824; Livorno, 1828-9; Londra, 1831; Bologna-Firenze. 1830-32; Londra, 1839; Londra, 1854; New- York, 1855; Londra, 1868), furono del tutto escluse perché giudicate ormai inopportune.
Su di esse cfr. quel poco che n’ ho detto ne’ miei Studi e ricerche, pp. 231-2.
VII
La prefazione che accompagna l’edizione di Tutte l’opere di Niccolò Machiavelli segretario e cittadino fiorentino, con una prefazione di Giuseppe Baretti (stampate per Tommaso Davies, in Londra, mdcclxxii), non fu piú ristampata integralmente; ma il Baretti stesso ne ripubblicò buona parte, con lievi ritocchi e in forma di lettere (di cui le prime tre finse «Del conte di Scarnafigi al marchese Grisella di Rosignano», e la quarta «Di Giangrisostomo Teppati a Goffredo Franzini»), nella sua Scelta di lettere familiari fatta per uso degli studiosi di lingua italiana (Londra, Nourse, 1779, t. 11, lett. xx, xxi, xxii, xxxii). E forse la ristampa fu fatta dal Baretti per dispetto di quel proposto Marco Lastri, che nelle Novelle letterarie di Firenze (n. 29 del 17 luglio 1778) aveva l’anno prima, sotto la data di Londra, biasimato aspramente il contenuto e la forma di quella prefazione (approvato
però piú tardi anche dal dott. Francesco Tassi e dall’ab. Tansini nella loro introduzione alle Opere di Niccolò Machiavelli cittadino e segretario fiorentino, Italia, 1813, i, pp. iv-v: cfr. anche l’edizione delle Opere di Niccolò Machiavelli, Milano, Silvestri, 1820, i, p. x), e contro il quale il Baretti volse poi gli aculei velenosi della sua terribile penna in un’altra lunga lettera della stessa Scelta di lettere familiari (t. 11, lett. xxxiv «Di Gioseffo Pelli a Pierlorenzo Del Signore»), che è stata pubblicata anche da L. MoRANDi (op. cit., pp. 195-228). Il Custodi (loc. cit., i, 280 segg.) ha ristampato la lett. xxxii del t. 11 di quella Scelta barettiana.
Su questo «chiacchieramento politico», come il Baretti lo chiama scherzosamente, scrivendo a Vincenzo Buiovich (da Londra, 14 febbraio 1772, in Opere, edizione de’ Classici cit., iv, 236-9), cfr. particolarmente la curiosa e interessante lettera che il Baretti scrisse da Londra a lord Charlemont il 25 febbraio 1772 (ne’ miei Studi e ricerche, pp. 419-23), e le pagine che gli dedica C. Ugoni, Della letteratura italiana nella seconda meta del sec. XVIII (Milano, Bernardoni, 1856, i, 57-63), notevoli soprattutto pel parallelo che vi si fa, sia pure «offuscante» pel Baretti (come afferma r Ugoni), tra i giudizi del Macaulay e quelli del critico torinese.
Vili
Il Discours sur Shakespeare et sur tnonsieur de Voltaire par Joseph Baretti secrétaire pour la correspondence étrangère de l’ Acadetnie royale britannique (á Londres, chez I. Nourse, librairie du roi, et á Paris, chez Durand neveu, mdcclxxvii) non ebbe altre edizioni.
Quanto alle copie che dell’opera doveano pubblicarsi a Parigi, è noto, per bocca stessa del Baretti (cfr. la lettera al fratello Amedeo, da Londra 5 dicembre 1777, ne’ miei Studi e ricerche, pp. 502-6), che lá si vollero tutte «castrate» da un censore voltairriano, che fu, come A. Neri ha rilevato {Due aneddoti letterari poco noti, in Gazzetta letteraria di Torino, an. x, n. 24), il noto giornalista e letterato G. B. Suard. Onde il Baretti, che aveva riposte in quell’opera grandi speranze e la giudicava, non a torto, la miglior cosa che s’avesse mai scritto (cfr. specialmente le lettere: a G. M. Bicetti, da Londra 5 maggio 1777, in Opere,
ediz. de’ Classici italiani, iv, 240-3; a Filippo Baretti, da Londra 8 maggio 1777, in MoRANDi.op. cit.,pp. 352-3; a Vincenzo Buiovich, da Londra 9 maggio 1777, in Opere, ed. cit., iv, 258-9; a Francesco Carcano, da Londra 12 agosto 1778, ne’ miei Studi e ricerche pp. 506-9), ne provò grande sdegno e si propose di ripagarsi «dell’insolenza di quel censeur royal», facendone «una nuova edizione con alcune correzioni ed aggiunte» (cfr. la lettera al fratello Amedeo cit.). Ma poi, purtroppo, non ne fece nulla. Solamente dopo piú di trent’anni dalla morte del Baretti, fu pubblicata del Discours una cattiva versione italiana fatta da Girolamo PozzoLi (nel t. vii dell’edizione, iniziata da Luigi Mussi nel 1813, delle Opere di G. B., Milano, Pirotta, 1820), della quale si valsero E. Casali (Za mente di Giuseppe Baretti. Studi, Ivrea, Curbis, 1876, pp. 28-38) per dare un ampio riassunto dell’opera barettiana, e G. Battaglia, che, toccando di Shakespeare e Voltaire giudicati dal Baretti (in Mosaico. Saggi diversi di critica drammatica, Milano, Guglielmini, 1845, pp. 176-95), ne riprodusse, senza punto citarla, tutto il cap. iv e la massima parte del vi.
Sul Discours, pur non trascurando le pagine dell’ Ugoni (in CoRNiANi, op. cit., V, 189-97), e di L. CoLLisoN-MoRLEY, Giuseppe Baretti with an account of his literary frietidships ecc. (London, Murray, 1909, pp. 307-10), e inoltre le note di F. Biondolillo su L’estetica e la critica di G. B. (in Poeti e critici, Palermo, Trimarchi, 1910, pp. 3-38), si deve consultare anzitutto l’opera cit. del MoRANDi e, tanto per non tacere sull’ importante argomento nessuna manifestazione notevole, E. BouvY, Voltaire et l’Italie (Paris, Hachette, 1898, passim, ma specialmente pp. 262-73), e la calorosa difesa del Voltaire contro il Morandi, inserita da Ch. Joret nel Literaturblatt fúr germanische und romanische Philologie (an. VI, n. 6).
IX
La Lettera scritta da Giuseppe Baretti a Luigi Siries a Firenze, in data di Londra 13 dicembre 1778, provocata dalla frode compiuta dall’artista toscano, d’accordo col proposto Marco Lastri, compilatore delle Novelle letterarie di Firenze, su di una versione italiana di certi discorsi di Giosuè Reynolds, fatta dal Baretti e affidata per la stampa al Siries, fu dal Baretti stesso diffusa gratuitamente in foglio volante di 4 facciate, s. 1. a., per tutta Italia
e massimamente per la Toscana. Fu ristampata poi dal Custodi (loc. cit., I, 317-22), in Opere (ediz. de’ Classici italiani cit., iv, 671-6) e in La frusta letteraria ecc. (ed. cit., 11, 409-13).
Com’ è naturale, sia pel carattere di essa sia pel suo formato, di questa pubblicazione non restano se non pochissime copie originali; delle quali ho potuto rinvenirne una nella Nazionale-centrale di Firenze (Cat. Targioni-Tozzetti, Misceli, opuscoli, P. L., t- 3. n. 3), che m’ha servito per questa edizione e eh’ è indubbiamente preziosa, anche perché reca nella quarta facciata, di pugno dello stesso Baretti, la soprascritta: «AH’ illustrissimo e dottissimo signore — il dottor Giovanni Targioni — Firenze {Italy)».
Cfr. su questo scritto barettiano quel poco che ne dice il Custodi nel Catalogo delle opere di G. B. (sopra cit., i, 37-8).
X
The introdtiction lo the «Carmen seculare», pubblicata in opuscolo, s. 1. a., in occasione dell’esecuzione musicale preparata, per iniziativa del Baretti stesso, dal maestro Fr. Andrea Philidor, comparve quasi certamente in luce nel 1779 e non fu piú ristampata. Onde è fra gli scritti meno noti del Baretti.
Il lettore, che desidera qualche particolare su quell’esecuzione e sulla parte che v’ebbe il Baretti, veda specialmente il Custodi, Catalogo cit., pp. 35-6, e L. Collison-Morley, op. cit., pp. 321-3; e anche la lettera del Baretti a lord Charlemont, da Londra io luglio 1780 (nei miei Studi e ricerche, p. 424 sgg.).
XI
La prefazione barettiana era destinata ad accompagnare l’edizione, ch’egli avrebbe curata in Inghilterra, della Historia del famoso predicador fray Gerundio de Campazas, alias Zotes, escrita por et licenciado don Francisco Lobon de Salazar presbitero, beneficiado de Preste en las villas de Aguilar y de Villagarcia de Catnpos, cura en la parroquial de está y opositor d catedras en la universidad de Valladolid. L’edizione poi non fu fatta e l’apografo, in quattro voli, tutti di mano del Baretti, è ora custodito nella Biblioteca nazionale di Torino (mss. spagnuoli, i). Esso è
certamente dovuto ai due ultimi anni della vita del Barettí, e le «cuatro palabras» ch’egli vi premise, e che occupano le prime 22 pagine numerate del primo tomo, furono assai probabilmente scritte nel 1787.
Questa prefazione fu g^á stampata da U. Cosmo xí€>X’ Appendice I al suo scritto su Giuseppe Baretti e José Francisco de Isla (in Giorn. stor. d. letter. ital., xlv, 280-97), al quale rimando il lettore desideroso di maggiori notizie, cui consiglio di non trascurare neppure la lett. LVii dell’^ journey from London to Genoa, through England, Portugal, Spain and France ecc. del Baretti (London, Davies, 1770, ni, 49 segg.).
XII
Le tre Strie tures on signora Piazzi ’’ s publication of doctor Johnson ’s Letters, «una delle piú feroci invettive — come ha giudicato A. Graf {L’anglomania e l’ influsso inglese in Italia nel sec. XVIII, Torino, Loescher, 191 1, p. no) — che mai siansi composte contro donne», pubblicate dal Baretti n€iV European magazine di Londra (la prima e seconda nel t. xiii, maggio-giugno 17SS, pp. 313-7, pp. 393-9; la terza nel t. xiv, agosto 1788, pp. 89-99), "O" furono piú ristampate.
Sulle cause che le provocarono e sui rapporti del Baretti con la famiglia Thrale e particolarmente con la Piozzi vedova Thrale, cfr. specialmente il Custodi, Memorie ecc. cit., pp. 182-4; C. SeGRÈ, Baretti ed Ester Thrale (in Nuova antologia, 16 dicembre 1906; ed ora anche nel voi. Relazioni letterarie Jra Italia e Inghilterra, Firenze, Le Mounier, 1911, pp. 231-315; del quale volume conviene tener presente anche V Appendice III, pp. 444-542, in cui è la «Copia delle annotazioni manoscritte di Giuseppe Baretti ai due volumi della corrispondenza fra Ester Lynch Piozzi, vedova Thrale, e Samuele Johnson, con i passi del testo a cui esse si riferiscono»); L. Collison-Morley, op. cit., pp. 237-301, 343-8; e anche la lettera del Baretti a Francesco Carcano, da Stantead, l’ultimo di novembre 1784 (ne’ miei Studi e ricerche, pp. 516-7).