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CIV CVI

CV.


Oh me beato, dice il dì sovente
     L’ortolano Aretin, che sì bell’orto
     Ebbi dal cielo, ond’ogni mio conforto
     4Ha la radice del suo ben presente.
Quì son gli smalti, ove soavemente
     Trova l’occhio guardando il suo diporto,
     E pur spira l’odor che ’l dolce porto
     8Degli angosciosi spirti e della mente.
Quì del vero gioir l’ampio cammino
     Scorgo, e pur vi contemplo intento e fiso
     11Tutto quel ch’appressar fammi al divino.
Or s’è pur ver, che gioja, pace e riso
     Quinci coglier si può, perchè il giardino
     14Non dee fra noi chiamarsi il paradiso?

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