< Priapea
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CIII CV

CIV.


L’ortolano Aretin, che fissa e intenta
     Ha tutta nel piantar la nobil cura,
     Per dar all’erba sua ferma verdura
     4Par che dica a tutt’ore e non sen penta.
Verdeggi, prego, o ciel, la cara menta,
     E nel dì cresca e nella notte oscura,
     Nè di gelo unqua oltraggio, nè d’arsura
     8Distemprato vapor fia ch’ella senta.
Da lei sia lunge ogni contraria froda
     Di maligno furor, nè tarlo ascoso
     11Nella radice la trafigga o roda.
Sì, che lieto di lei viva e giojoso,
     E i suoi bei frutti in ogni tempo goda
     14Nell’asciutto non men che nel piovoso.

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