< Priapea
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LIII LV

LIV.


Donne, per non avere ingiuria e scorno,
     Di notte non venghiate al mio ricetto,
     E se da me volete qualche affetto
     4Veniteci di bello mezzo giorno.
Tal che vi possa ben spiare il forno,
     E vedervi sbragate infino al petto,
     Che il mal di Francia, a quel che me n’è detto
     8Ha gran faccende, e va per tutto attorno,
Tanto che n’è infettato il paradiso,
     Il che m’ha fatto timido e restio,
     11Se sottilmente non vi squadro il viso.
Perchè, piutosto accetterei per Dio,
     Vedermi Catelano circonciso,
     14Che vedermi Francese il cazzo mio.

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