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LX LXII

LXI.


Presupponghiamo, orsù, Pietro Aretino,
     Che ti venisse innanzi un cazzo bello,
     Io volsi dir da dietro, e se favello
     4Alla rovescia, è sdegno, e non è vino.
Facciamo dico, che un cazzon divino
     Come il tuo nome avessi, e fusse quello
     Lavorato da mastro, ed il modello
     8Ne avesse fatto appunto il Modanino.
Crederesti per ciò di contentare
     La foja che ti canta alle brachesse?
     11Oh beh sei matto a farti infinocchiare;
Sarebbe al culo, come non l’avesse,
     Perocchè e in mangiare e in gracchiare,
     14La bocca e il cul ti son due cose istesse.

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