< Priapea
Questo testo è stato riletto e controllato.
LXXXIX
LXXXVIII XC

LXXXIX.


Priapo, io son l’Arsiccio Arcintronato 1,
     E nell’intronataggine il maggiore,
     Ch’oggi per farti un profumato onore
     4Un mio libbretto in dono t’ho recato.
Quì sono tutti i cazzi d’ogni stato,
     Cazzi da poco, e cazzi di valore,
     Cazzi da donne vedove, e da Suore,
     8Cazzi da Granmaestro, e da Prelato.
Cazzi da non toccar se non co’ guanti,
     Cazzi da donna quando si marita,
     11E cazzi scarsi, e cazzi traboccanti.
E per far la Cazzaria ben fornita
     Vi sono i cazzi a millioni, e quanti
     14Pietro Aretino n’ha provati in vita.

  1. Antonio Vignali di Buonagiunta, Sanese, e l’institutore dell’accademia degl’Intronati di Siena, che è l’autore del libro oscenissimo la Cazzaria che il Franco ne parla al verso 12. di questo sonetto.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.