< Priapea
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LXXXVIII
LXXXVII LXXXIX

LXXXVIII.


Siate pur certi, ch’io mi mordo il dito
     Per voi, Poeti, tante me ne fate,
     Che in sacrificio gli asini mi date
     4Credendovi di farmi un bello invito.
E, perchè il dono sia tutto fornito,
     Di latte e di vin caldo mi spruzzate
     E con mele ammassato e con schiacciate 1
     8Volete intrattenermi l’appetito.
Ite in malora, pecore bestiazze,
     Ite vi dico vivi ad annegare,
     11Che al mondo non ne pajano mai razze.
Che se volete il cazzo mio onorare,
     Latte non mi rechiate nè focazze,
     14Ma datemi in malora da chiavare.

  1. Focaccie.

Note

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