< Priapea
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IV VI

V.


Credo, che ciascun sappia chi mi sia,
     E però non vo farne più romore:
     Bastimi dir, ch’io sono il donatore
     4Di quella sola eccelsa melodia.
E che (sola mercè dell’opra mia)
     Ogni animal congiunto con amore
     E nasce e vive, ed in un punto muore,
     8E sè medesmo rinnovando cria.
E se questo non basta: io son che arreco
     Tanta dolcezza, che si passa a guazzo,
     11Talchè mi si può dir Dominus teco.
A che farvi di me più gran schiamazzo?
     Non si vede egli chiaro da chì è cieco,
     14Che ’l mondo saría un cazzo, senza cazzo?

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