< Priapea
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XXVIII
XXVII XXIX

XXVIII.


Papa, il non avermi mai donato,
     La tua Beatitudine un cappello,
     Come a mille altri, è la cagion di quello
     4Che mi fa stare sempre scappellato.
Per tanto me ne avrai per perdonato,
     Sè ti pajo un scavezzo tristarello,
     Nè mostro nella chierica cervello,
     8Ma che a tre dadi me l’abbia giuocato.
Anzi me ne protesto molto bene,
     Che se per sorte ti darò la stretta,
     11Non sia tenuto a sofferirne pene.
Però che a dirla a te, spedita e netta,
     L’esser infuriato, tutto viene
     14Dal non esser provisto di berretta.

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