< Priapea
Questo testo è stato riletto e controllato.
XXVII
XXVI XXVIII

XXVII.


Priapo, il tuo dottissimo Aretino,
     Per far dispetto a un Principe sciaurato,
     Che l’ha ne’ suoi bisogni abbandonato,
     4Nè gli da più soccorso d’un quattrino.
Questo straccion di sajo cremisino
     Vuole, che agl’onor tuoi sia consecrato,
     Perchè dinanzi standoti appiccato
     8Serva per spaventacchio del giardino,
E tal che il dono sia ben manifesto
     E si sappia da tutti, e senza impacci
     11Il suo motto da scriverci, sia questo.
«Poichè volete ch’io me ne procacci
     Per altra via, nè da voi spero il resto,
     14Io ve n’incaco, Principi beccacci.»

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.