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IL LIBRO
Sopra il leggìo di quercia è nell’altana,
aperto, il libro. Quella quercia ancora,
3esercitata dalla tramontana,
viveva nella sua selva sonora;
e quel libro era antico. Eccolo: aperto,
6sembra che ascolti il tarlo che lavora.
E sembra ch’uno (donde mai? non, certo,
dal tremulo uscio, cui tentenna il vento
9delle montagne e il vento del deserto,
sorti d’un tratto...) sia venuto, e lento
sfogli — se n’ode il crepitar leggiero —
12le carte. E l’uomo non vedo io: lo sento,
invisibile, là, come il pensiero...
Un uomo è là, che sfoglia dalla prima
carta all’estrema, rapido, e pian piano
16va dall’estrema, a ritrovar la prima.
E poi nell’ira del cercar suo vano
volta i fragili fogli a venti, a trenta,
19a cento, con l’impazïente mano.
E poi li volge a uno a uno, lenta-
mente, esitando; ma via via più forte,
22più presto, i fogli contro i fogli avventa.
Sosta... Trovò? Non gemono le porte
più; tutto oscilla in un silenzio austero.
25Legge?... Un istante; e volta le contorte
pagine, e torna ad inseguire il vero.
E sfoglia ancora; al vespro, che da nere
nubi rosseggia; tra un errar di tuoni,
29tra un alïare come di chimere.
E sfoglia ancora, mentre i padiglioni
tumidi al vento l’ombra tende, e viene
32con le deserte costellazïoni
la sacra notte. Ancora e sempre: bene
io n’odo il crepito arido tra canti
35lunghi nel cielo come di sirene.
Sempre. Io lo sento, tra le voci erranti,
invisibile, là, come il pensiero,
38che sfoglia, avanti indietro, indietro avanti,
sotto le stelle, il libro del mistero.