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Gabriele D'Annunzio - Primo vere (1880)
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A la Signorina Emilia Teti.
Via per la calma de la notte estiva,
via pe' tremoli albori,
lontano van su l'aura fuggitiva
mille effluvî di fiori.
5Brilla là giù ne la città dormente
ancor qualche fanale:
pe' cupi azzurri brilla arcanamente
una danza immortale.
E la pronuba luna un bianco riso
10piove su 'l queto mare,
mentre ne l'ampio speglio il tondo viso
cangiato in serpe appare...
L'immensa solitudine secura
m'avvolge in sua magia;
15ne 'l sentimento de l'alma Natura
la mia anima s'oblìa,
e vola, vola per oceani ignoti
abbandonatamente,
come candido augello a' più remoti
20lidi dell'orïente.
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