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SU 'L «LUNGARNO NUOVO» A FIRENZE
A Cesare Fontana.
Surge ne 'l vespero bruno tra gli alberi
Fiorenza, e placida riguarda il limpido
fiume che si dilegua
ed i colli di Fiesole.
5Sale ne 'l perleo cielo e rifolgora
con raggio candido l'astro di Venere,
e li effluvî de' fiori
per le fresc'aure volano.
Le case s'alzano bigie nell'aria
10belle di splendide loggie marmoree:
lunghesso l'Arno in fila
i fanali scintillano.
S'odono garruli risi di femmine:
intorno gl'ilari monelli ruzzano:
15ne le frequenti piazze
suonano allegre musiche.
Passano in rapidi cocchi e dileguansi
le beltà pallide da 'l guardo languido
con onde di profumi,
20svegliando disii fervidi;
passano: e i rigidi cocchier, mirabili
per aureo fregio, la frusta schioccano
girando attorno gli occhi
con posa aristocratica...
25 Qua e là le facili modiste ridono
forte e saettano co' sguardi tremuli
gli smilzi damerini
da l'occhialetto lucido:
gli amanti cercansi con ansia vigile
30scambiando trepide spinte ne 'l gomito:
colori e visi rosei
gaiamente si mescolano.
E l'Arno frangesi con risa e strepiti,
con pianti e gemiti a i ponti immobili:
35spiran ne l'aria ebrezze
di desiderii e musiche...
O bionda Lilia, come sei fulgida!
come ti brillano quegli occhi ceruli!
come hai dolce il sorriso!...
40 Ti sei vista allo specchio?
Vaghi ti cadono su 'l fronte i riccioli,
su 'l labbro tremola un desiderio...
Ah! così non guardarmi!...
Il tuo sguardo m'affascina.
45 Dammi la candida mano: abbandònati
qui su 'l mio braccio: parliam di gioie...
Non senti?... Tutta l'aria
è una melòde e un balsamo.