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Studii a guazzo Tre acquarelli - Ottobrata

Ad Andrea Baragiola.


Scendon lente le scale con anfore larghe di rame
su ’l capo tre fanciulle formose cantando stornelli:
il sole le ricinge d’un nimbo di rosëi raggi
morendo dietro i monti lontani che sembrano a ’l guardo
5un ciclope supino. — O, formose fanciulle, a cui tante
fiamme brillan ne li occhi, e ne ’l vergine seno e ne’ fianchi
tanta gioia di curve ribalza, sostate un istante,
ch’io possa almen costringere i vostri contorni ne ’l verso
e accarezzarli!… — Scendono: l’acque tranquille de ’l fiume
10scorron verdi tra ’l verde, e le nuvole sparse de ’l vespro
vi treman entro in vaghi riflessi di minio e di giallo;
da l’altra riva un uomo sta immobil pescando con l’amo;
pascon qua e là i puledri de’ zingari intorno le tende…
Ma ecco per le scale risalgon le tre popolane
15con l’acqua ne le conche, giulive ridendo; ed i lombi
sotto l’incarco ondeggiano a ’l ritmo de’ passi. Io le seguo
lungamente con gli occhi; e ne ’l sangue una pace divina,
ne l’aria sento il verso de ’l mite Virgilio fluire.

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