< Puerili (Leopardi)
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Inni cristiani (1821)
Telesilla - Intorno alla Telesilla Inno ai patriarchi

IV

ABBOZZI E FRAMMENTI

(1821-22)


I

INNI CRISTIANI

(1821)


Discorso intorno agl'inni e alla poesia cristiana.


Ragionevolezza del conservar la Chiesa gl'inni suoi antichi, come pure i romani gl'inconditi versi saliari, ecc. ecc. Ma niente di bello poetico s’è scritto religiosamente, eccetto Milton, ecc. Bellezza della religione. Primitivo della Scrittura. Unione della ragione e della natura. Vedi i Pensieri. Ma principalmente l'inno, ch'è poesia sacra, dev’esser tratto dalla religione dominante. Dell'inno. Vedi Thomasinus; Natal Conti, Mythologia, ecc. E si può trarre bellissimo dalla nostra. Né però si è tratto. E dev'esser popolare, ecc. E la religione nostra ha moltissimo di quello che, somigliando all'illusione, è ottimo alla poesia. Si potranno esaminare gl'inni di Prudenzio; e, se c'è, altro celebre innografo cristiano.


Dio, Redentore, Maria, Angeli, Patriarchi, Mosé, Profeti, Apostoli, Martiri, Solitari.


Santi protettori contro qualche male, speciale disgrazia, ecc. Passo di Catullo di quando gli dèi si facevan vedere dagli uomini e quando lasciarono, nelle Nozze di Teti, ecc. Necessità della religione e dell'immortalità, ecc., prese da Cicerone nell'orazione Pro Archia, fine, e De senectute, ecc. Invocazioni a Maria per la povera Italia. Fontane, alberi, ecc., sacri e atti a guarire, ecc., come le tre fontane a Roma fatte dal capo di san Paolo. Opinioni contadinesche, per esempio intorno a certe feste, ecc., come che il giorno dell’Ascensione non si muova foglia sull'albero né gli uccelli dal nido.

Apparizione di san Michele nel Gargano. Angeli custodi. Apparizioni degli angeli ad Abramo, a Tobia, ecc. ecc. ecc. Guerra loro coi demòni dalla Titanomachia d'Esiodo. Angeli e loro forze invisibili diffusi per tutte le parti del mondo. Azioni segrete degli spiriti animatori delle piante, nuvole, ecc. Abitatori degli antri, ecc. È fama, ecc., e tutto quel poetico che ha la superstizione nella materia degli spiriti e geni, ecc.

Noè nell'arca, diluvio, sua prima ubbriachezza. Abramo, Isacco, Giacobbe, ecc. Plutarco. Varie parti poetiche della Scrittura. Imitazione di Callimaco nel narrar questi fatti. «Incominciam d'allor» (di Maria, come Callimaco di Diana).

Inno al Redentore.


     Tutto chiaro ti fu sin da l'eterno
quel ch'a soffrire avea quest'infelice
umanità, ma lascia ora ch'io t'aggia
per testimonio singolar de' nostri
immensi affanni. O Uomo-Dio,
pietà di questa miseranda vita
che tu provasti, ecc.

Le antiche fole finsero che Giove, venendo al mondo, restasse irritatissimo dalle malvagità umane e mandasse (cosi mi pare) il diluvio. Era allora la nostra gente assai men trista, che 'l suo dolor non conosceva e 'l suo crudel fato, e ai poeti parve che la vista del mondo dovesse movere agli dèi più ira che pietà. Ma noi, già fatti cosi dolenti, pensiamo che la tua visita ti debba aver mosso a compassione. E già fosti veduto piangere sopra Gerusalemme. Era in piedi questa tua patria (giacché tu pure volesti avere una patria in terra) e doveva esser distrutta, desolata, ecc. ecc. Così tutti siam fatti per infelicitarci e distruggerci scambievolmente, e l'impero romano fu distrutto, e Roma pure saccheggiata, ecc.; ed ora la nostra misera patria, ecc. ecc.

Tu sapevi già tutto ab eterno, ma permetti alla immaginazione umana che noi ti consideriamo come più intimo testimone delle nostre miserie. Tu hai provata questa vita nostra, tu ne hai assaporato il nulla, tu hai sentito il dolore e l’infelicità dell'esser nostro, ecc.

Pietà di tanti affanni, pietà di questa povera creatura tua, pietà dell'uomo infelicissimo, di quello che hai veduto, pietà del genere tuo, poiché hai voluto avere comune la stirpe con noi, esser uomo anche tu.

Ora vo da speme a speme tutto il giorno errando, e mi scordo di te, benché sempre deluso, ecc.

Tempo verrà ch’io, non restandomi altra luce di speranza, altro stato a cui ricorrere, porrò tutta la mia speranza nella morte, e allora ricorrerò a te, ecc. Abbi allora misericordia, ecc.


Inno ai solitari.


Dal parlare di san Benedetto da Filadelfia si potrà scendere alla schiavitù dei negri, alla pazza opinione che derivassero da Cam, ecc., ed alla loro emancipazione moderna.

Nell'Inno ai solitari, degli ordini religiosi, delle certose, ecc., della vita monastica, degli antichi grandi monasteri, ecc.


Inno ai martiri.


A santa Cecilia, cultrice e protettrice delle belle arti, della musica, della poesia. Fratellanza di queste coll'eroismo, che la spinse al martirio. Invocazione a lei come specialmente protettrice de' cantori, ecc.

Nell'Inno agli apostoli si potrà parlare dei missionari, di san Francesco Saverio, delle missioni all'America.


A Maria.


È vero che siamo tutti malvagi, ma non ne godiamo; siamo tanto infelici! È vero che questa vita e questi mali son brevi e nulli; ma noi pure siamo piccoli, e ci riescono lunghissimi e insopportabili.

Tu, che sei già grande e sicura, abbi pietà di tante miserie.

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