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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/I sonetti amorosi
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a filli
Pur dopo mille pianti e mille preghi,
Filli, cortese il ciel pommiti in braccio;
e ti bacio e mi baci, e ’n dolce laccio
ti stringo e lego, e tu mi stringi e leghi.
Ma, se pur tanto al mio voler ti pieghi,
ond’è che il mio sperar rendi di ghiaccio?
E se, qual vedi, io mi distempro e sfaccio,
perché l’ultima gioia, empia, mi neghi?
Se del giardin d’Amor presso le porte
m’hai giunto, a che mi scacci? E, se pur m’ami,
perché vietarmi il fin de la mia sorte?
Lasso! che, mentre a vita mi richiami,
a morir mi conduci; e proprio è morte,
col mostrar l’ésca altrui, crescer le fami.
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