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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Filippo Leers
I
Qual Augellin, che da lontana parte
Torna a veder l’arbor nativo e il lido,
Pieni di desio del dolce antico nido
Cercal di ramo in ramo a parte a parte:
5Ma vede poi sulle reliquie sparte
Covare il serpe velenoso infido;
Ond’innalzando i lai canori e ’l grido,
Carco di doglia e disperato parte.
Tal’io men vò scorto dal van desìo,
10Alto gridando: Ohimè l’almo ricetto,
Ohimè l’Amore, ohimè l’albergo mio!
Perchè in quel vago, ahi non più vago petto,
Ov’abitammo un tempo Amore ed io,
Trovai, cercando Amore, odio, e dispetto.
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