Questo testo è stato riletto e controllato.



IX1


Quando il gran Scipio dall’ingrata terra,
     Che gli fu patria e ’l cener suo non ebbe,
     Esule egregio si partì, qual debbe
     Uom che in suo cuor maschio valor rinserra:
5Quei, che seco pugnando andar sotterra,
     Ombre famose, onde sì Italia crebbe,
     Arser di sdegno, e ’l duro esemplo increbbe
     A i Geni della pace e della guerra.
E seguirlo fur viste in atto altero,
     10Sull’indegna fremendo offesa atroce,
     Le virtù antiche del Latino impero:
E allor di Stige sulla nera foce
     Di lui, che l’Alpi superò primiero,
     Rise l’invendicata Ombra feroce.

  1. Scipione Africano, quando se n’andò esille volontario a Linterno.


Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.