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Traduzione dal danese di Maria Pezzè Pascolato (1903)
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Per i necessarii raffronti nei casi di dubbiezza, mi sono valsa della traduzione inglese del Dr. H. W. Dulcken (Londra, Routledge), anche più fedele di quella di Mrs. Howitt; e della eccellente traduzione tedesca di H. Denhardt (Lipsia, Reclam). Le francesi sono per lo più di seconda mano, tanto è vero che l’errore di un vecchio traduttore tedesco il quale scambiò grimme (brutto) con grönne (verde), dal tedesco grün trapassò in una edizione francese, dove il brutto anitroccolo rimase per lungo tempo le petit canard vert.
H. C. ANDERSEN, Mit Livs Eventyr (La novella della mia vita) apparsa la prima volta in danese nel 1855. Sin dal 1839, però, Xavier Marmier aveva pubblicato nella "Revue du XIX siècle" la Vie d’un Poète, compilata su di un ms. affidatogli dall’A. stesso nel 1838, e reputata la fonte biografica più attendibile, sin che alla edizione tedesca, non fu premessa, nel 1846, Das Märchen meines Lebens, tradotta in inglese nell’anno seguente da Mrs. Howitt col titolo The true story of my life.
H. C. ANDERSEN, I Sverrig (Nella Svezia), 1852. In questo e negli altri diarii di viaggio (Il Bazar di un poeta, Nella Spagna, Nel Portogallo), sono sparse notizie autobiografiche importantissime; e nei cinque romanzi dell’A. i rispettivi protagonisti ci forniscono, per la biografia di lui, quasi senza volere, contributi anche più preziosi della Mit Livs Eventyr. Infatti, l’Antonio dell’Improvvisatoren (L’improvvisatore), l’Otto Thostrup, - "l’Amleto invertebrato," come fu detto da un critico - del romanzo O. T., il povero Christian del Kun en Spillemand (Un semplice sonatore - tradotto in alcune edizioni "Il Violinista") - l’opera sua più discussa in Danimarca, appunto per lo spiccato carattere autobiografico, - il gentiluomo povero nel De to Baronesser (Le due Baronesse), e Niels Bryde, il figlio del custode della Torre Rotonda di Copenaghen, nel Al vaere eller ikke vaere (Essere o non essere) sono tutti, più o meno, autoritratti.
BREVE FRA H. C. ANDERSEN, Udgivne fra C. A. S. Bille og N. Bogh (Lettere dell’A. pubblicate da C. A. S. Bille e Nicolò Bogh), Copenaghen, 1878.
BREVE TIL H. C. ANDERSEN (Lettere all’A., edite dagli stessi), Copenaghen, 1877. Sono 329 lettere indirizzate all’A. da letterati ed amici, danesi e stranieri: singolarmente importanti quelle del Dickens, che fu dell’A. fervido ammiratore ed amico affezionatissimo.
H. C. ANDERSEN OG DET COLLINSKE HUS (H. C. A. e la famiglia Collin), Copenaghen, 1882.
GEORG BRANDES, Kritiker og Portreter (Critiche e ritratti). Sin dal 1869, il Brandes aveva pubblicato nell’Illustreret Tidende una parte di quel celebre saggio critico, che poi completò ed inserì in questa raccolta, e ch’è tuttora quanto di meglio sia mai stato scritto sulle novelle dell’A. R. Nisbet Bain lo paragona alle migliori pagine del Saint Beuve, e nota tra le maggiori fortune dell’A. l’avere avuto, mentre ancora viveva, una simile analisi critica dell’opera sua.
R. NISBET BAIN, Hans Christian Andersen, A biography, London, Lawrence and Bullen, 1895. È un grosso, magnifico volume, riccamente e genialmente illustrato, di lettura gradevolissima; porta per motto le parole dell’Amiel: Un esprit de femme dans un caractère d’enfant; contiene la migliore biografia esistente dell’A., condotta con grande acume critico, con minuziosa esattezza storica, ma insieme con la maggiore ampiezza e serenità di vedute.