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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/Versi di occasione
XLIII
A TOMASO PECCI
gentiluomo e compositore senese,
che aveva messo in musica la Canzone de’ baci.
(1601)
Quelle de’ miei piacer dolci e lascivi,
ma di piacer, ma di dolcezza vòte,
e di vitali baci impresse note,
baci però di vita indegni e privi;
or tu, fatte soavi, orni ed avivi,
Pecci, e concento a le celesti rote
egual ne traggi, ed armonia, che pote
dar le piante a le piante e tôrle ai rivi.
Malgrado omai del tempo e de l’oblio,
spero, vivrá, se ben morrá lo stile,
immortal nel tuo canto il canto mio.
Tal suole, in licor dolce, amaro e vile
frutto addolcirsi, e tal rozza vid’io
pianta innestarsi, e divenir gentile.
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