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Questo testo fa parte della raccolta Poesie varie (Marino)/I sonetti amorosi
xliv
l’ostrica
Questo, che, quasi un pargoletto scoglio
per durissima scorza aspro e sassoso,
Lilla, e di scaglie rigido e nodoso,
dal mar divello e nel mio grembo accoglio,
rassembra me, cui sol d’alto cordoglio
circonda un oceán torbido ondoso,
cui schiantar mai non valse austro cruccioso,
di martír grave o di feroce orgoglio.
E se, qual rozzo, il tuo pensier m’aborre,
da quel ch’entro nascondo, ésca potrai
a la tua feritá spesso raccôrre.
Anzi te pur rassembra, a cui, se mai,
qual famelico polpo il cor sen corre,
in pena de l’ardir, morte gli dái.
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