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INCUBO
Cupe e rotte - qual lagno - di morto
5Ti schermi
Dal morso
Bieche forme - di bruna - sirena
Il Re sul regio letto,
D’oro, di bisso e porpora
E’ il fluido guancial;
15Pur spaventato e livido
Ha il Re del cataletto
La posa funeral.
Né mostro né fantasima
Va per la regia stanza;
20Scorre una luce glauca
Come fondo di mar;
E i fumi dell’olibano
In odorosa danza
Si vedono vagar.
25Ma le ghiacciate coltrici
Rigetta il Re tremante,
Ei balza, ei corre ed ulula
All’aperto balcon...
Traggono i servi, ed odesi
30Allor fra i venti errante
Ti schermi
Dal morso
Gobbo, rossiccio e strano,
Parve surger dal suol.
Era il buffon di corte
40Dalle gambette storte,
Il giullare Papiòl.
Questi rizzato in piè
45Paura ammanta
Di buio il fulgido
Raggio del sol.
Muta il delirio
Un’oca in drago,
50In drago un’oca;
Questa è la foca
Laggiù del lago
55Scoppiò per l’aere:
Il terror del suo viso,
Si volse e disse ad un lurco gigante
60Che gli stava davante:
« Farai diman per quel gobbo rossiccio
Un immenso pasticcio.
Il miglior succo d’ogni ghiottornìa
Voglio ch’entro vi sia.
65Papiol in premio del sottil pensiero
Dee mangiarselo intiero ».
Risero i servi e tombolò Papiolo
Dieci volte sul suolo.
Poscia soggiunse il Re: « Trol, quella foca
70Ha voce troppo roca,
La scanna tosto; va’ ».
— « Buon Duca e Donno
Nessun ti turbi il sonno ». —