Questo testo è stato riletto e controllato.

Recenti notizie sulla strada ferrata Lombardo-Veneta


Nel corso del mese spirante l’impresa della strada ferrata lombardo-veneta venne efficacemente promossa. Le conferenze tenute a Venezia fra le due Commissioni della Società fondatrice hanno fermato varj punti assai scabrosi. In quest’occasione le viste che nel decorso omai di un anno siamo venuti proponendo in questo giornale, vennero in generale adottate; ed ebbimo quindi la compiacenza di vedere i nostri suggerimenti accolti con favore da un numero considerevole di distinti uomini d’affari prima a Venezia e quindi anche a Milano; e ciò ad onta di qualche fervidissimo oppositore.

Infatti si riconobbe la convenienza di non prodigare anni e tesori nello studiare tutta l’ampiezza delle nostre pianure da Brescia fino al Po, come alcuni ingegneri avevano proposto. Si riconobbe che non bastava raccomandare la linea maestra ai due soli estremi punti di Milano e Venezia, ma che bisognava comprendervi le interposte città di Brescia, Verona, Vicenza e Padova, formando così una non interrotta catena. Doversi quindi limitare le livellazioni e le stime alla zona più elevata della nostra pianura, avuto però speciale riguardo alla più pronta comunicazione con Mantova, e salvo a determinar più fondatamente i particolari, dietro il final risultamento degli studj. Si adottò inoltre il consiglio di raccogliere in un unico ingegnere la direzione tecnica dell’intera linea e di chiamare a questo onorevole incarico il Sig. Giovanni Milani di Verona.

Si deliberò di dare impulso all’andamento economico della cosa incamminando la ripartizione delle azioni. Il loro numero totale si stabilì in cinquecento onorarie e cinquantamila paganti, ciascuna delle quali di lire austriache mille. Veramente la prima soscrizione si era ristretta a sole quarantamila azioni; ma l’aggiunta ora fatta d’altre diecimila mirò anche ad antivenire il discredito che recò in altre simili aziende la chiamata di nuovi fondi ad opera inoltrata. Del resto queste diecimila azioni verranno distribuite al pari fra persone estranee alla prima soscrizione, per soddisfare a quei molti che amassero partecipare all’impresa di prima mano e senza subir più gravose condizioni.

Noi vediamo con piacere avvicinarsi semprepiù alla realtà questa magnifica impresa riguardata pertinacemente da molti come un sogno. Siamo contenti di avervi speso intorno qualche, pensiero e di aver contribuito a chiamarvi l’attenzione altrui; non dissimuliamo però un certo dispiacere d’esserci trovati a questo assunto quasi soli. Non v’è un’azienda agraria, mercantile, industriale in tutto il regno che non sia altamente interessata in quest’opera. Eppure nessuna voce si leva, nessun lume si porge; e l’impresa s’inoltra, possiam pur dirlo, nel silenzio e nelle tenebre. Non possediamo alcuna adeguata idea di quel movimento interno di produzione e di circolazione ad eccitar il quale prepariamo una macchina così poderosa e da cui la macchina stessa deve trarre il principio vitale d’azione. Non abbiamo fermo concetto nè di quello che è, nè di quello che potrà essere; giacchè da questo punto una gran mutazione nelle nostre sorti economiche verrà in breve tempo ad operarsi.

Fortunatamente ci rimane ancora il non breve tempo richiesto agli studj degli ingegneri; il quale non dovrebbe lasciarsi trascorrere infruttuoso. Le cognizioni locali che ognuno tien sotto mano, varranno assai meglio che frettolose e indigeste divinazioni avventurate da un solo su tutta la superficie del regno. Ognuno dunque che possa, in qualche parte contribuisca; giacchè le questioni che rimangono a ventilarsi sono molte e complicate. Questa impresa deve sorgere come un effetto armonico e complessivo di tutta la nostra presente civiltà per appianarci il varco ad un’era più prospera e luminosa.

C.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.