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La neve di Natale Tedio e primavera
Questo testo fa parte della raccolta VIII. Da 'Storia e fantasia'

VII

RICORDO

(canto di rodolfo)

Or dove sei? d’un velo
ti ricopri la morte?
alberghi il mondo o il cielo?
sei fatta nube o fior?
5Tutte in te sola assorte
le mie potenze sono;
m’era la vita un dono,
sol perché t’ebbi in cor.
Come selvaggia fiera,
10or da ciascun m’ascondo:
péra quel giorno, oh! péra,
che mia non fosti piú.

Fuor dei rumor del mondo
come uno spettro io vivo,
15quasi di Dio son privo,
o il sol mio dio sei tu.
Sinché in te vidi, Erma,
della mia vita il segno,
felice pellegrina,
20tutto la musa ardi.
Or del tradito ingegno
la prima luce è spenta:
sol l’ombra tua tormenta
i miei deserti dì.
25Quando il tuo nome ascolto,
quando altra donna io vedo
che a te somiglia, il volto
mi sento impallidir.
Spesso obliarti credo,
30usi cangiando e tempre;
ma tu sei meco sempre,
mia luce e mio martir.
Meco, se il duol lusingo
coll’elegia pensosa;
35meco, se invio solingo
per densi calli il piè;
meco nell’ombre hai posa;
col sol ti desti meco;
spirto lucente o bieco,
40sempre tu sei con me.
G. Prati, Poesie.

Ah! da quell’alba, o cara,
che fu per noi funesta,
la tua memoria amara
qui nel mio cor s’alzò,
45come una rosa mesta,
che piega il capo e dorme
sulla ruina informe
d’un tempio che crollò!

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