< Rime (Andreini)
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Sonetto CLVIII
Madrigale CXXIII Sonetto CLIX

SONETTO CLVIII.


S
Iete Madonna pur d’humane tempre,

Dunque com’esser può, che non vi doglia,
     Che l’inferma per voi mia frale spoglia
     Nel centro del dolor s’affliga, e stempre?
Ah pur novella crudeltà mai sempre
     Del mio grave martir l’alma v’invoglia.
     Deh sgombri il rìo pensier, che ’l cor m’addoglia
     Amore, ò pur col mio dolce il contempre.
Com’è quel molle sen duro cotanto,
     Che no ’l punga pietà del mio gran male;
     Qual macigno ’l difende, ò qual diaspro?
Ma spero, che ’n vendetta del mio pianto
     Lo piagherà, bench’ei sia fero, ed aspro
     D’amaro pentimento acuto strale.

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