< Rime (Andreini)
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Sonetto CLXIV
Capitolo III Sonetto CLXV

SONETTO CLXIV.


P
Oscia, ch’io non son più d’Amor seguace,

Speme non più, non più timor m’ingombra;
     Non piacer falso il vero à l’alma adombra,
     Nè suoi dardi più curo, ò l’empia face.

Hor non mi turba più sogno fallace,
     Vero mi sembra il vero, ed ombra l’ombra;
     In tutto son’ homai d’affanno sgombra,
     Ed hò co’ miei pensier tranquilla pace.
Non reggo à l’altrui voglia il voler mio,
     Son di me Donna, e non mi turba un volto
     Severo, ò mi rallegra un riso, un detto.
Angoscioso martìr, folle desìo,
     Ira, pianto, furor, tema, ò sospetto
     Non fan più guerra al cor libero, e sciolto.

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