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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto CLXIX
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SONETTO CLXIX.
H
Or qual grave per l’aria odo lamento? Ond’è, che rugiadoso ognun il ciglio
Danna di Morte il dispietato artiglio,
C’have d’Apollo il maggior lume spento?
La nostra gloria, il gran Torquato io sento
Gridar miseri è morto; è morto il figlio
De l’alte Muse, onde l’amaro essiglio
Ogni nostro piacer volge in tormento.
Chi la mente v’accieca egri mortali?
Morir può quei, che col suo divo ingegno
Rese à l’Eternità mill’altri eguali?
Saggio il Tasso aspirando al santo Regno
Spiegò celeste Cigno altero l’ali
Lasciando il Mondo di sua luce indegno.
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