< Rime (Andreini)
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Sonetto CXXX
Sonetto CXXIX Madrigale LXXIV

SONETTO CXXX.


L
A sera desiar, odiar l’Aurora

Soglio per te dolce Licori anch’io;
     Perche sopite in un soàve oblìo
     Tutte le pene mie restano alhora;
E mentre il canto, che le piagge honora
     Ascolto lieto al suon di questo Rìo:
     Soàvemente alhor del petto mio
     Ebbra di gioia esce quest’alma fuora;
E s’io non moro questo sol m’avviene,
     Perche le voci tue gradite, e scorte
     De l’alma in vece alhor mi danno aìta.
O viè più degna assai de le Sirene.
     Quelle col canto loro altrui dan morte,
     E tù cantando ci dai spirto, e vita.

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