< Rime (Andreini)
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Sonetto CXXXII
Sonetto CXXXI Madrigale LXXVI

SONETTO CXXXII.


Q
Uel volto, ch’io sospiro, quel bel volto,

Che fà de’ cori altrui quant’egli vuole,
     E che me stesso à me medesmo hà tolto,
     Hoggi vedrò pria, che tramonti il Sole;
Vedrò colei, c’hà ne le guancie accolto
     Misto color di gigli, e di viole,
     Quella, cui sempre il mio pensiero è volto,
     E per cui d’avampar nulla mi duole;
Vedrò le chiare, e folgoranti stelle
     Sfavillar de le grazie alte, e divine,
     Che fan con lor piacer l’anime ancelle;
E queste à lei sì care tortorelle
     Porterò lieto, e queste matutine
     Rose, di cui non hà l’Alba più belle.

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