< Rime (Andreini)
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Sonetto LVI
Sonetto LV Madrigale XXIV

SONETTO LVI.


T
Irsi à Filli dicea, Filli ben mio

Vedrassi prima senza raggi il Sole,
     Privo Maggio di rose, e di viole,
     Ch’io ti ponga vivendo unquà in oblìo.

Ed ella, ahi falso hor vivo ti vegg’io;
     Nè m’ami (ohime) nè del mio duol ti duole.
     Son questi i giuramenti, e le parole
     Onde ingrato allettasti il mio desio?
Più del Sol non risplenda il chiaro lume,
     Maggio di vaghi fior più non s’adorni,
     Che vivo è Tirsi, e Fillide non cura.
Sì rimembrando gli amorosi scorni
     L’afflitta Ninfa di morir procura
     Distillando per gli occhi un caldo Fiume.

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