< Rime (Andreini)
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Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto LXVIII
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SONETTO LXVIII.
D
I vago Fiumicel le placid’onde (Benche inesperta) io pur solcar saprei,
Ma del vasto Oceàn l’acque profonde
A gran pena col guardo i’ sosterrei.
Così le Muse al desir mio seconde
Forse ad impresa humile haver potrei;
A questa nò, che ’l suo valor confonde
Per soverchia grandezza i sensi miei.
S’io vincessi così d’ogn’altro il canto,
Come tù vinci Heroe d’ogn’altro i pregi,
Ardita spiegherei quel, c’hor non oso.
Quei, che più illustre hà de la cetra il vanto.
Regga l’incarco pur de’ tuoi gran fregi
De la Sposa di Dio Campion famoso.
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