< Rime (Andreini)
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Sonetto LXVIII
Scherzo V Sonetto LXIX

SONETTO LXVIII.


D
I vago Fiumicel le placid’onde

(Benche inesperta) io pur solcar saprei,
     Ma del vasto Oceàn l’acque profonde
     A gran pena col guardo i’ sosterrei.
Così le Muse al desir mio seconde
     Forse ad impresa humile haver potrei;
     A questa nò, che ’l suo valor confonde
     Per soverchia grandezza i sensi miei.
S’io vincessi così d’ogn’altro il canto,
     Come tù vinci Heroe d’ogn’altro i pregi,
     Ardita spiegherei quel, c’hor non oso.
Quei, che più illustre hà de la cetra il vanto.
     Regga l’incarco pur de’ tuoi gran fregi
     De la Sposa di Dio Campion famoso.

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