< Rime (Andreini)
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Sonetto LXIX
Sonetto LXVIII Sonetto LXX

SONETTO LXIX.


N
Ostro terreno Ciel la fronte lieta

Di voi gran Donna è fatta, al cui sereno
     Lieto si specchia, e riconosce à pieno
     Sue meraviglie eterne ogni Pianeta.
La pudica Honestà sue voglie acqueta
     Entro quel casto alabastrino seno;
     Quivi Amor pone à se medesmo il freno,
     E ciò, ch’à voi non piace egli à se vieta;
Ond’altri impara a riverirvi prima
     (O meraviglia) che per fama noto
     Di vostr’alte virtù gli sia ’l valore.
Chi vi conosce poi qual Dea vi stima;
     E mossa tutta da pensier devoto
     Costanza Sforza ad adorarvi il core.

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