< Rime (Andreini)
Questo testo è completo.
Sonetto LXX
Sonetto LXIX Canzone III

SONETTO LXX.


D
ive poiche ’l mio Sole ascolta, e brama

Il cantar nostro, hoggi più dolci, e scorte
     Rime tessete, e con maniere accorte
     Hoggi v’alzate à gloriosa fama.
Veggia ne’ versi miei quanto il cor l’ama,
     Oda ne’ versi miei l’aspra mia sorte
     Nel seguir questa dilettosa morte,
     Questa doglia, ch’Amore il Mondo chiama.

Havrem così qualche dolcezza honesta,
     Così avverrà, che sappia ’l Mondo in parte
     Come in fiamma innocente, ed alsi, ed arsi.
Che dopo noi nulla di noi qui resta,
     Se non se ’n quanto ne l’eterne carte
     Lasciamo i nomi in bei vestigi sparsi.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.