< Rime (Andreini)
Questo testo è completo. |
Isabella Andreini - Rime (1601)
Sonetto LXXXIX
◄ | Madrigale XLIX | Sonetto XC | ► |
SONETTO LXXXIX.
S
E prato io veggio di bei fiori adorno, Antro, Colle, Campagna, ò Bosco, ò Rìo
A te volgo il pensier Tirsi ben mio,
A te mio Sol con la memoria torno;
E dico, ò per me lieto, e chiaro giorno
S’ei fatto al mio languir cortese, e pìo
Per compiacer l’honesto mio desio
Meco facesse quì dolce soggiorno.
Te chiamo ogn’hor, te, c’hò nel cor’impresso
Tirsi per far le voglie mie contente
De la beltà, che ’n te tanto mi piacque.
Ma qual egro son’io da febbre oppresso,
Che di spegner desia la sete ardente,
E ’nvan di chiara Fonte agogna l’acque.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.