< Rime (Andreini)
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Sonetto XVII
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SONETTO XVII.


D
El mio grave dolor solo io mi doglio,

Poi ch’egli ò non m’uccide, ò la durezza
     Con arme di pietà non fiede, e spezza
     Del mio spirante adamantino scoglio.
Cresce egli nel mio sen, ma l’aspro orgoglio
     Non manca già di sua natìa fierezza;
     Anzi più crudo il mio languir disprezza,
     E più gioisce alhor, ch’io più m’addoglio.
Ma di vicina gioia è forse Duce
     L’estremo duol, che ’l cor mi cinge intorno,
     E forse fia, che ’l mio tormento sgombre.
Notte così quand’è vicino il giorno
     Prìa, che dìa loco à la diurna luce
     Ne le tenebre sue raddoppia l’ombre.

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