< Rime (Andreini)
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Sonetto XVIII
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SONETTO XVIII.


 

S
E quello, ond’io mi stillo à parte, à parte

Doglioso humor mai terminar non degni
     O freddo ghiaccio mio, ch’arder m’insegni
     Le mie lagrime almen consola in parte;
Ma tu, che brami sol ne le mie carte
     Sculti lasciar di tua fierezza i segni
     Mandi fiamme nel cor per gli occhi pregni
     Di pianto, e non sò dir con qual nov’arte.
O cieco al mio languir perche non diemme
     Fortuna l’esser cieca in mirar quella
     Beltà, che ’ncende i cor d’ardente zelo.
Ma de l’aspro dolor, ch’oppressa tiemme
     Forse prìa, che da me l’Alma si svella
     Tua crudeltà farà pietoso il Cielo.

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