< Rime (Andreini)
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Sonetto XXVII
Madrigale X Sonetto XXVIII

SONETTO XXVII.


Q
Uì solitaria vivo: se pur vita

Colei può haver, da cui fugge lontana
     La gioia: mentre Amor di voglia insana
     Nutre sua fè mal nota, ò mal gradita.
Ma che fai meco più speme schernita?
     Di consolarmi ogni fatica è vana.
     Per tue lusinghe il tristo cor non sana,
     E ’ntempestiva homai giunge ogni aita.

Troppo acute saette in me disserra
     L’aspro dolor, che’n disusata foggia
     Mi strugge l’alma: e sol di pianto hà sete.
Deh segua almen, che la continua pioggia,
     Ch’amarissima ogn’hor lumi spargete
     Termini un dì sì perigliosa guerra.

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